sabato 23 giugno 2018

Te lo dico da genitore - Tu che non hai figli non puoi capire



Quando sono diventata mamma ho iniziato a concentrarmi su un pensiero che non sapevo bene come esprime, una specie di teoria fondata su cose sentite e fatti pratici ma anche piena di luoghi comuni e quindi non troppo convalidata. Se vi capita di parlare con qualcuno che ha figli vi dirà di sicuro che i figli sono la cosa migliore che è riuscito a fare, che non ci si pente mai di aver avuto un figlio,, anche se questo è arrivato nel momento più disastroso, vi dirà che non ricorda più la vita come era prima e che il senso che possono dare quei frugoletti alla propria esistenza poche altre cose possono dartelo. Ma a volte vi dirà anche una cosa subdola e atroce magari parlandovi di immigrazione, vaccini, diritti umani ecc: se non hai figli non puoi capire!!!. Eh sì perché chi ha figli in automatico diventa più intelligente, più attento, più sensibile, più sagace, più democratico, più amorevole verso il mondo e la vita.
EH NO! Non cadete mai in questa trappola!

Ogni volta che Salvini dice "lo dico da papà" poi aggiunge una bestialità o un qualcosa di razzista noi dobbiamo sforzarci di entrare in quella piega della mente dove il pensare qualcosa "da papà" sia per forza una cosa buona e giusta.

Invece proprio no, chi è egoista e arretrato e chiuso e chi pensa solo al proprio orto riproducendosi e generando prole,  non farà altro che peggiorare la sua situazione, i genitori non sono aperti per natura, l'istinto è quello di proteggere la propria prole, la propria stirpe la propria tana e ci vuole un grande sforzo per aprire la mente agli altri, al prossimo, a chi sta peggio a chi soffre. Perché la paura per il proprio orto si amplifica e gli istinti sono portati all'esasperazione, l'ansia, la rabbia, la repressione, l'ignoranza atavica e la paura del diverso non migliorano con l'arrivo di un figlio e non c'è niente che si possa capire in più o in meno da chi non ne ha e non c'è niente che si possa giustificare con la dicitura "ve lo dico da papà" quindi dovete prendere questa bestialità per buona e muti, sia che abbiate figli perché non capite sia che ne abbiate perché allora si che siete dei mostri perché non pensate a il male che state facendo al sangue del vostro sangue.
Non cadete in questo tranello, non cadete nella retorica di chi pensa di capire più di voi perché ha spagnottato un erede, non cadete nella retorica di chi vi vuole fare credere che voi non riuscite a toccare certe corde perché non avete figli. Fare leva su questo tipo di messaggio è la cosa più falsa e meschina che si possa fare, siamo essere umani, sia prima che dopo averne prodotti altri. Ve lo dico non da mamma, ve lo dico da essere umano.

sabato 7 aprile 2018

Sto imparando tanto



Sono stata assente per tanto, assente giustificata, è vero, va detto, e probabilmente sarò di nuovo assente per un bel po'. Dice che ormai i blog siano una cosa un po' passata, che si legga altro, che si comunichi in altre maniere sul web. Però questo piccolo diario senza pretese me lo porto dietro da tanti anni e attraverso queste pagine sono entrata in contatto con tante persone, con persone che ora fanno parte della mia vita, della mia vita in carne ed ossa. Quindi ogni tanto, mentre sono trascinata dagli eventi di questi ultimi mesi, mi capita di pensare al mio blog, sì proprio come una pianta che ti rammenti di dover annaffiare o quel ripiano in alto della cucina che ti riproponi sempre di sistemare. Non è per snobismo che mi sono dimenticata di prendermi cura del blog, è che spesso non si ha voglia di dire tanto o perlomeno si preferisce dire una cosa immediata e chi capisce, capisce.
Non sono giorni, settimane e mesi facili, non sono giorni, settimane e mesi come avevo immaginato, però ho scoperto che ci sono tante cose che prima non conoscevo e che ho scoperto, cose che erano sempre qui intorno a me. 
Non è il periodo più bello della mia vita ma sicuramente è il periodo in cui sto imparando di più. 

Ho imparato che arrabbiarsi non serve, che avercela sempre con tutto e tutti e sentirsi sempre sotto attacco e sempre giudicati fa male solo a se stessi e, imparando questo, ho imparato anche a chiudere fuori dalla porta le arrabbiature degli altri, quelle che spesso cercano di filtrare nel mio carattere.

Ho imparato che tutte le persone possono insegnarti qualcosa, anche quelle che sembra proprio che non abbiano niente da dirti o insegnarti; tutti possono insegnarti una cosa nuova ogni giorno, possono dirti delle parole così semplici ma illuminanti da farti sentire stupida per non averci mai pensato tu.

Ho imparato che tanti modi di dire non sono modi di dire perché, davvero, gli amici veri li vedi nel momento del bisogno. Li vedi quando vengono a trovarti anche solo per bere un caffè con te e abbracciarti forte o ti scrivono un pensiero dall'altro lato del mondo.
Ho imparato che l'amore c'è, sempre. Solo che spesso ci dimentichiamo di coltivarlo.

Ho imparato che la frase sul fatto di avere sempre rispetto per chi ti trovi davanti perché non sai che guerra sta combattendo è proprio vera; ho incrociato lo sguardo con tante persone, nei corridoi, nelle sale d'aspetto, nelle stanze soffocanti e nessuno mi ha mai negato un sorriso o uno sguardo di complicità, mai di compassione.

Ho imparato che la frase sul raccogliere quello che si è seminato è proprio vera. Non perché mi sia auto compiaciuta di quanto bene ho seminato in questi anni ma perché dev'essere vero che qualcosa si lascia nelle persone se davvero poi ti trovi sommersa di messaggi e persone che si offrono di aiutarti per le più piccole cose, persone che dal nulla ti scrivono cose di una dolcezza disarmante e riescono a mandarti in qualche riga un abbraccio forte e confortante come se fossero lì sedute accanto a te. (Grazie)

Ho imparato l'importanza dei gesti, una mano su una spalla in un momento difficile, un disegno appeso al muro con su una faccia buffa, un messaggio che arriva nel posto giusto al momento giusto, un mazzo di fiori da guardare, una scatola di biscotti dalla Francia, una saponetta profumata, un maglione sulle spalle se fa freddo e hai sete? Hai fame? Hai dormito? 

Ho imparato che la normalità e la quotidianità sono forze grandi e travolgenti come la forza di gravità e anche se può sembrare che tu sia dritta e fiera in mezzo alla tempesta in realtà è solo la vita di tutti i giorni e la normalità dei gesti che ti fa stare così; dentro ti senti un ciottolo trasportato dalla corrente del fiume; ma fare la spesa, compilare un modulo, portare a spasso il cane, sono solo modi per stare dritti in mezzo alla corrente e non "rotolare! E la normalità è un valore e una cosa che sto difendendo con le unghie e con i denti.

Ho imparato che si può essere indulgenti.

Ho imparato che basta poco per non vedere più niente a colori, ho capito che non mi stavo più ascoltando da tanto tempo, presa dalle mie arrabbiature e dalle mie guerre stupide per ordinare cromaticamente cuscini e arredi. E in questa guerra col mondo mi ero persa e quando mi è mancata la terra sotto ai piedi non avevo più forze, io che sono quella a cui tutti si aggrappano. Ho imparato allora ad ascoltarmi e a dirmi in faccia quello che sentivo e a cercare aiuto.


Ho imparato e sto imparando.

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